16 ottobre 2009















Mi metto al passo con l'instabilità che c'è.
Questo è il vero punto.

Poi può darsi che per tanti giorni non potrò + scrivere.
Forse no.
Chissà.

Nei dubbi si vive relativamente sereni in fondo. Per esempio domani non so se veramente potrò andare da D+ perchè mettiamo il caso che stanotte arriva un extra-terrestre e mi porta via da qua, magari è solo un giro ma se non ha il carburante per riportarmi indietro o se ci innamoriamo?
Potrebbe anche succedere.

Poi, magari lui mi può capire e io posso capire lui. Che a volte la distanza aiuta se non c'è troppa presenza. Perchè ammettiamo il caso che la distanza ci sia, se c'è troppa presenza non va più bene. E' demoralizzante perchè se uno è presente deve vicinare. Quindi la vera distanza che aiuta è quella lontanevole. Io l'ho capito subito, avevo circa 15 anni.
Dopo sono successe altre cose, altre ancora e via dicendo.

Comunque sono ancora viva, questo è il punto fondamentale di tutto ciò.

Scalza

Foto: by kykkylla*

Sottrattivamente parlando


Non sempre gli sfoghi servono. Ci va la musica, per esempio. Ballarci sopra è meglio ma anche sculettare mentre si fa qualcosa che dovrebbe lavorativizzare qualcuno per contratto stabilito a priori o in nero, fa lo stesso.
Certe cose, confesso, mi piace di più se sono sporche perchè mi danno un gusto migliore. Come la frutta presa attaccata agli alberi che magari non è proprio disinfettata e purificata ma è più buona per quella s-porcheria che tra i raggi si addentra fino a succosare la sostanza. La sostanza è sempre più fondamentalmente importante. Per esempio R° è uno di sostanza e mi piace il suo sostantivizzarmi senza troppe preliminarità. Poi è carino, perchè pensa che io sia innamorata di lui e questa cosa mi aiuta a pensare che so ancora innamorarmi anche se temo che non sia vera. Forse lo è. Chissà. Mi piacerebbe se lo fosse ma so che sarebbe troppo bello per me. Quindi immagino che non lo è.

E' una fortuna essere superficiali. Non da tutti, intendo.

Scalza


il karma a volte ti Agguppa [-]




Oggi sono chiacchierona, non so.
Però mi piace essere come mi sento e non viceversare alla ricerca di quello che potrebbe essere giusto che poi è un pensiero che mi passa ed in fondo a conti fatti, lo so. Cambia sempre tutto.

Tuttavia riflettevo che spesso la differenza la fanno gli altri. A volte è sommatoriamente annotabile in stato di benessere, a volte è proprio differenziabile di stati che avresti lasciato volentieri senza troppo trasporto e partecipazione, che a ben pensarci la partecipazione è utile se c'è un sentimento.

Come V* che mi ha chiamato il giorno prima del 14 che era il 13, e lo sapevo. Che lo faceva con la discrezione di un essermi amico, vicinamente intendo. Non è da tutti esserlo in quel modo discrezionale che non specifica ma c'è, sottolineante la presenza e non la presenziabilità.

In ogni caso, certi parenti avrebbero potuto fare la differenza di tutto quello che vivo ADESSO anche se PRIMA non l'ho scelto. A§ dice che mi devo perdonare ma secondo me A§ dice quello che andrebbe bene per lei, come facciamo tutti del resto quando non siamo capaci di metterci da parte, appartando quello che vorremmo e non abbiamo. So anche questo.

Ma di certi parenti sono rammaricata, perchè li sognavo sempre e mi sembrava che fosse un segno buono ed infatti lo era nel senso suggerito dell'importanza che avrebbero avuto nel determinare la possibilità di uno svantaggio figlio dell'impossibilità di capire.

E certe volte ci penso. A come sarebbe la mia vita se gli altri avessero capito sempre, ascoltato almeno un cinquexcento di quello che dicevo soprattutto quando ridevo. Perchè come diceva sempre mio padre, nello scherzo c'è sempre un filo di Verità. Aveva ragione, lo sapeva.
Che quel filo è sottile come seta ma resistente abbastanza perchè arrivi fino a chi sta menzionando fatti senza sconti, abbindolando solo la sua ragione, il suo tempo, la sua follia.

Si, un po' certi parenti avrebbero fatto la differenza.
Come certi amici, che ritenevo tali o che mi facevano credere d'essere. Per motivi loro e miei, non c'è sempre una ragione da capire. A volte le cose sono così perchè ti sembra che sia plausibile l'accertamento indotto da una presunzione teoricamente ammissibile.
Invece un minimo di analisi logica ti spiegherebbe molto di più senza scomodarsi troppo. Che più che il cuore è il cervello a risultare fragile.

Alla fine tutti potremmo fare la differenza di qualcuno. E quindi siamo tutti perfettamente stronzi uguali. L'importante è saperlo, je pense. La differenza forse è tutta qua.

Scalza

Orizzontare verticalizzati decentemente




A me piace la musica romantica perchè spesso sono ironica.
Se fossi romantica preferirei l'hard-heavy-metal-etc.
Poi era tanto che non mi capitava di essere spiazzata nel senso di spostata dalla piazzatura dove mi pareva di stare bene, mi ci ero abituata. Mi sono trovata in assenza di tempo e spazio e ho pensato di scrivere un post.

Leggevo di qualcuno che ha chiuso il blog, che poi l'ha riaperto e l'ha spostato. Si chiama ONNI mi pare. Dev'essere una persona simpatica, mi ricorda un po' me. Nella ricerca di chissà-che che se si potesse scrivere attaccato funzionerebbe meglio forse. Un po' come se si potesse viaggiare appesi ai propri sogni.

Poi, se proprio devo scriverla tutta, che A§ mi abbia detto quelle robe non mi va giù e non mi piace neppure capire che il 35% delle persone che conosco si chiama A-qualcosa. Vuol dire che sono ferma sull'inizio e non conoscendo neppure una Z-eta mi sembra di essere ferma. Per questo forse movimento blog-gheria, facezie, inezie, sconcezze.

Mi sembrerebbe più giusto riflettere a questo punto.

Sul fatto che il vuoto spesso non si riempie con l'inconsistenza. Tuttavia la pigrizia e la noia insieme a volte reagiscono come una formula chimica producente lancinante disper-azione. E fai quelle cose che non assomigliano per niente a quello che è un progetto, un desiderio, una cavolo di idea che ti eri fatto mentre passeggiavi sulla pedonale che c'era ancora un sole caldo e avevi una maglietta rosa con un fiore che ha ricamato P* e per caso anche se il caso non esiste e poi hai incontrato G§ che di solito va in bicicletta ma era a piedi perchè stava andando incontro a M^ per stare un po' con lei e mentre te lo diceva ti guardava in quel modo che poi uno si fa le fisse e le fosse. E nelle fosse non è che si stia tanto bene, diciamolo pure. Scriviamolo con quei pennarelli indelebili sulle fiancate di quelle automobili di chi è antipatico o ci ha fatto qualcosa di male o semplicemente non ha mai deciso ma apertamente ti considera ogni volta che ti vede per farti male e per vederti soffrire perchè tu sulla pedonale non ci vai per incontrare qualcuno ma solo per stare con te stessa e riflettere mentre il sole precipita sui fili d'erba e riflette un giorno speciale per chi vuole che lo sia. In fondo è giusto così.

Mi piacerebbe solo imparare a disincontrare tante persone. Tutto qui.

Scalza

12 ottobre 2009

Vigilantes





Si lo so.
Che me ne frega.
Oggi c'è vento che mi porta via.
Ma quanta amarezza deve passare in una certezza?

Cattivi umori che poi passano per fortuna accarezzati da quella facile ironia con cui il mondo mi appare più pappabile in un gnamizzo che mastichevolmente assaporo come cicles e poi ritorno su e giù sinistrando anche se destreggio bene. Me l'ha detto V* che dicono di me.
Io ascolto e sorrido. Che ne sanno. Che me ne frega. Si lo so.
C'è un altro sguardo che mi porta via [da te].

Ma quante sciocchezze passano come foglie che cadono e calpesti perchè sono basse, troppo basse. Raccoglierle non va bene, poche sono belle che ci puoi fare anche un quadretto e appenderle sopra il muro della cucina per ricordarti che l'autunno arriva sempre. Anche se c'è il sole e fa ancora un po' caldo.
Che me ne frega, si lo so.
C''è un altro giorno che mi porta. Da me.

Scalza

9 ottobre 2009

Pluridistinti spostamenti di temporalità




Oggi ho pranzato con A^. Ogni tanto mi capita.

Eravamo seduti a sedimentare gli ultimi eventi miei e suoi ma ognuno per conto suo perchè è meglio. Del resto sedimentare roba di altri può anche essere pericoloso.

Eravamo seduti e guardavamo intorno a noi come capita sempre quando sedimenti. Mentre c'è della musica che non ascolti ma ti guida, come la voce delle sirene che esistono anche se non le vedi più.

Poi si è aperto un varco temporale spaziale su un angolo della stanza e c'eravamo io e A^ a pranzare insieme che mentre eravamo seduti sedimentavamo.
Un po' mi sono spaventata perchè A^ aveva una camicia a righe rosa che non so quanto si addiceva alla mia extradimensione marron.

Forse ingrasserò tanto da sembrare un'ex magra, ho pensato.

E quando gliel'ho detto, A^ ha annuito. Perchè sull'ex-eggiare noi siamo abbastanza istruiti. Io in alcune cose diverse da quelle di A^, per fortuna. Perchè la sovrapposizione va bene se sei un po' innamorato, che ti piaci, che quella fisica vicinanza la sopporti bene perchè la vuoi.
Poi diventa soffocabilità. Va sempre a finire così.

Anche A^ lo sa ma sono io che lo sperimento.

Forse perchè siamo amici e si fa così. Che poi ognuno sedimenta per conto suo mentre va a mangiare insieme e guarda le cose che la gente fa, una signora extradimensionata marron assieme a una camicia rosa a righe che si muove gesticolando chissà che.

Per fortuna ho già quasi digerito. Niente di che.

Scalza

Porcherizzare ammaialaNti

Quella maiala dell'influenza arriverà, insieme al virus porco.

Si, c'è un senso.

Ci pensavo proprio stamattina mentre facevo sette fotocopie per L* che non le sa fare ed usa una posizione contrattuale maggiore per sfruttare me che tanto ormai, non ho più voglia di sfruttare niente e nessuno.

Neppure quelli che dicono cose interessanti su di me che un po' mi dovrebbero lusingare ma poi alla fine penso che sono dette PER ed allora non mi lusingano più. Per niente, ovvio.

Tuttavia se il porco e la maiala si incontrano qualcosa succede, penso.

Essendo che il porcheggio e la maialaggine è diventata una fissa diffusa certizzata dagli usi dei costumi mascherati con cui si dovrebbe anonimare qualcosa che però resta indelebile, come certi marchi che poi alla fine si chiamano tatuaggi solo per farsi PIU' fighi.

La porchite la vedi, la senti, la tocchi e resti ammaialato per un po' come un raffreddore. Però se l'indole è di un sistema immunitario protetto dalla presenza di anticorpi che corpolizzano con pensieri e fatti, l'ammaialamento passa e ti rinforzi ancora di più. Così la porchite passa e non ce l'hai più.

Che si ammaialino pure tutti a questo punto. Magari serve.

Scalza

8 ottobre 2009

Bruschetta & Y


Che poi ieri quando mi ha detto "sono preoccupato" un po' mi sono preoccupata anche io. Perchè quando vuoi bene a qualcuno, se si preoccupa, tu pensi che ci siano cose gravi&importanti anche se sai che quello che si preoccupa di solito si preoccupa anche per cose piccole&inutili.
E' un fatto di affetto.
Perchè si ama quello che va via perchè ti dava tensione, più che attenzione. E' una cosa ovvia che un giorno capirò più di quel meno che c'è.

Per adesso mi limito a registrare agli atti dei fatti di affetti che la preoccupazione a volte è il trovare nell'opposto quello che fondamentalmente era giusto anche dalla parte proprievolizzata.
In quel caso la preoccupazione credo che sia fondamentale nel cercare di capire se c'è stato uno spostamento di chi ha rilevato la mancata opposizione o di chi la ricevuta per finta perchè poi alla fine opposizione non c'era.

Forse semplicemente possiamo andare d'accordo anche se siamo diversi? Beh.

Scalza

Riorganizzati orig-amantevoli proprietevolità


Tutto questo connetti-disconnetti mi ha un po' fiaccato.
Quindi sono andata da L* e ho comprato una matita rosa con sopra un maYale che fa "ciao" con sopra scritto Friends.
Forse perchè gli amici sono tutti (in fondo) un po' mayali.

Non so.


In ogni caso voglio essere preparata all'influenza suina. Mi sembra una cosa carina, come quando mi vengono a trovare e lo so e non mi trovano in slip e maglietta che giro cercando quegli appunti che avevo conservato perchè erano importanti e non li trovo più.

A volte chiamo A* che è anche detto "segugio" e lui mi dice "guarda " e non so come fa perchè effettivamente quel mica sempre sa se c'è e dov'è. Tuttavia ci prende, che mi importa come fa. A ben vedere quello che conta è l'effetto della pratica praticità.

Il resto và da se.

Scalza

1 ottobre 2009

Fasualità in riporto (di 2)




Lasciando perdere il deriso appuntamento con destini che non m'appartengono, devo ammettere che l'ilarità resta la principale componente di un sano approccio al vivere circostanziato da fatti & misfatti che porterebbero a non accantonare [negli angoli] individui come quegli straccetti che mi erano apparsi così carini quando li avevo provati nel negozio e poi, non m'ero ritrovata più.
Forse perchè certe ingentilite commessYne sanno come fare ad imbambolare la mente e confondendo le acque mentono e spudoratamente guidando il tuo vedere al desiderio che hanno di rifilarti qualcosa.

E' anche comprensibile visto l'andamento economico delle cose.

Forse perchè gli specchi che usano in questi posti sono malignamente magici, come quello che usava la matrigna di biancaneve che diceva "sei bella, bella, bella-a-a-a-a-a-a" fino a quando biancaneve è cresciuta. Che se vogliamo proprio fare delle filofiabologia, potrebbe essere come quella pettegola della signora consapevolezza che alla fine te la trovi davanti a te, sul pianerottolo di casa tua a raccontarti delle cose che non vorresti sentire e che invece devi ascoltare perchè nel rimasuglio di quell'equilibrio che ti è rimasto per quell'aperitivo di troppo fatto solo per smorzare la tensione, le chiavi nella borsa non le trovi più.

E non trovi più tanta di quella roba che alla fine un po' ti arrendi intrappolatamente e ascolti la pettegola farti l'elenco delle cose che non vanno, che si dovrebbero, che potrebbero se non si fosse affossati in quel clichè che assomiglia sempre di + a un solco. Come quelli che c'erano sull'LP che avevo prestato a R* che poi me l'ha restituito che saltava - proprio- in quel punto che mi piaceva tanto e quindi il piacere era scemato via.

Se poi il piacere scema uno fatica, anche concentrato, intendo. In quel bon, basta, va bin che diventa abitudinario al punto che lo dici anche quando resti, ancoreggiando giusto per non sentire il peso di quel dubbio che alla fine resta, resistendo.

Forse è la [quasi] luna piena. Sarà così.

Scalza