27 novembre 2008

Forsizzando et voilà




Forse mi piaci ma ancora non lo so.
Perchè mentre ci penso che potrebbe essere così, mi viene il sospetto che mi sto ancora un po' mezza divertendo e non ho voglia di farlo troppo, perchè nel mentre ci sono cose importanti che accadono e dovrei occuparmi di quelle cose là.
Non dovrei pensare alla frivolezza ma semplicemente viverla che in fondo una leggerezza non ha profondità e non può accadere più di una volta nel momento che avanza lievemente, come un alito di vento, come il respiro che sento quando mi sussurri nell'orecchio "stasera arrivo tardi, ciao".
Vuoi che ti aspetto ma poi io cambio destinazione e me ne vado in quei posti dove tu non arrivi perchè non puoi e forse lo faccio apposta perchè mi piaci anche se ancora non lo so.
Dovrei quasizzarmi meglio come quando mi guardo nello specchio mentre mi lavo i denti e il gatto miagoleggia perchè ha fame, sempre. Come io, ma di te.
Ed è per questo che forse ci penso e non voglio capitare ancora una volta sbagliata nella posizione di un accadimento che scende tra la razionalità di un normale assestamento che fa plink, come una goccia di pioggia che cade sull'asfalto asciutto e un po' raggelato dall'aria che tira.
Sono cose che è meglio considerare anche mentre mi lavo i denti e guardo nello specchio i miei occhi che certe volte mi sembrano così belli forse perchè il gatto mi struscia tra le gambe e mi fa un po' di solletico. Come la tua barba, la mattina presto.
Ma se fosse che è solo un vizio senza virtù, ho pensato, me ne accorgerò. Perchè ho una certa qual esperienza che mi ha formato dentro perchè ho praticato le cose della vita senza volermi nascondere dietro i "no" e i "quasi". Certe volte mi sono anche sentita un po' male e certe volte me ne sono proprio fregata, perchè non mi avevano praticamente toccato.
Ma se fosse che, invece, mi piaci, lo capirò anche se mi lavo i denti sempre guardandomi allo specchio per ricordarmi le cose che devo fare mentre il gatto mi distrae miagoleggiando e strusciando senza parole. Come fai tu, quando mi stringi.

Forse mi piaci, ancora non so.

Scalza

24 novembre 2008

A tout court




Si, mi ricordo di te, anche se eri diverso.
Più basso, meno grasso, con la maglietta sempre fuori dai jeans.
Certo, non sono cambiata per niente. Inseguo ancora gli aquiloni trasparenti che nel cielo si spostano quando gli uomini sognano come quando erano bambini. Ma non ci va tanto coraggio, sai?
Basta non dimenticarsi di quelle cose piccole che si possono tenere anche nelle tasche così, ogni tanto, li puoi toccare con le mani e sentire che sono veri e vivi.
Come quei biglietti che mi lasciavi qui e là.
Si, mi porto tutto appresso. E' un difetto che però mi piace e quindi non lo è [più].


Scalza

22 novembre 2008

Ti ho già amato. Ancora ti amerò.




Ascolta il Tuo Cuore quando nella Meraviglia si ferma.

E' l'altrove che mi interessa scoprire.
E' nell'altrove dove voglio esistere.
E' nell'altrove dove mi troverai.
Sempre.

Scalza

18 novembre 2008

Francesismi


io voglio
un Re
che non abbia un giardino
e non sia cretino
ma che sappia ballare
il tango
il tip tap
il trick e track
*
io ballavo sempre il trick e track con R.
perchè lui non sapeva ballare
e io volevo aiutarlo
a farsi bello
con una
che
a me non piaceva ma a lui si
e forse non mi piaceva
solo perchè lui
è sposato
e mi
spiace tanto per lei che è la moglie di lui
perchè la gente non ci pensa
quando tradisce e ferisce
e questa cosa mi
dà fastidio
così tanto
che
d'istinto mi viene da trattare male
quelli che tradiscono
certe volte li picchio
certe volte li maltratto
certe volte gli spacco la faccia
che è un po' più di picchiare
certe volte li induco ma poi li deduco
come una spesa spesabile
dalle tasse della vita
e loro ci restano male
ma io sono felice
perchè mi sembra di aver applicato una didattica
didassicamente proporzionata al caso
e mi guardo allo specchio e mi dico
hey lylla
metti un'altra X
perchè
un altro
scemo
è andato
in
tilt
*
Dovrebbero darmi il nobel per la pulizia scemile
dovrei cercare il modulo su internet
ma io sono un tipo umile
non mi va di vantarmi
mi basta il sorriso
di chi incontro
l'amore
che
ogni cosa che trovo nel mio giorno
mi dona e regala
senza contropartite dare, avere
in una forma di equilibrio cosmico
che godo e rifletto
nell'armonia
che
ASCOLTO
*
In quest'Universo che amo
dove tutto è energia
qui e là
là e qui

Siempre.



[Scalza]

16 novembre 2008

Riposizionati ma sempre vigili




Certe medicine mi piacciono perchè hanno due braccia ed una faccia che mi sorride anche se sono imbronciata e giro con il cappello di lana in testa perchè ho mal di testa, trovando il coraggio di dirmi che sono carina solo perchè sono nervosa ma alla fine, e sono un po' costretta dalla circostanza, ma m'arrendo. E mi lascio curare che è meglio. Anche per me.

Comunque la voglia di spaccare la faccia a quei duemilionitrecentoventitre cretini che s'aggirano nel globo trascinando quelli che la forza di pensare non ce l'hanno e rubandola al mio potere magnetico, m'è rimasta. Perchè io ci ho pensato che se fossi l'imperatrice galattica saprei benissimo cosa fare.
Essendo che la manipolazione esiste e non tutti hanno voglia di smanipolarizzarsi perchè effettivamente la libertà è faticosa, potrei rimanipolizzarli su fatti positivi e nel giro di un tot tutto potrebbe riconvertirsi in una sostenibilità effettuata e non solo più ipotizzata.

Tuttavia, c'è chi mi dice che sono solo pazzie e che sarebbe meglio se io spegnessi la luce perchè è ora di prendere la medicina. Ed essendo che sono ancora un po' malata, je vais.

Scalza

13 novembre 2008

Your Love is My Love


Confesso una certa insopportabilità ai luoghi comuni, a quelli che ti osannano in quei giorni che ti sei legata i capelli perchè erano pieni di nodi che nella notte i sogni hanno fatto per farti ricordare che ancora c'è. Un sole dietro le nuvole, un albero con le foglie attaccate che resiste ai finti freddi e ai caldi prodotti dalle teste matte che ci sono in giro.

Perchè fondamentalmente sono tutti tuoi amici quando le cose vanno bene e non ci sono da spartire quegli amari che però non ti fanno digerire un cavolo. Ti resta tutto bloccato come ostruito tra lo stomaco ed il cervello e forse sono solo quelle mezze parole che mi sono tenuta per non degenerare una degenerazione. Per una logica deduzione.

Le cose simili si annullano per similitudini e l'effetto si guasta. Come quando cucini una cosa buonissima e ci metti sopra qualcosa che non lega, anche se non mi è mai capitato, però ad un certa età uno può anche immaginare le cose che non capitano perchè ne ha sentito parlare, le ha viste, le ha quasi vissute in quelle situazioni intime che ti trasmettono per induzione che poi diventa una bella deduzione che sa perchè conosce seppure non si fermerà a capire.

Perchè fondamentalmente le cose le puoi capire dall'intro o dall'estro che muovi attraverso la corporalità di quello che guardi ma se sei abbastanza bravo, puoi anche vedere di più. Tipo una luce negli occhi che ti sembra come quella che c'è quando si fa giorno e il buio indietreggia, adagiandosi su altri orizzonti dove avanzando più forte, fa indietreggiare la luce che avanza in altri orizzonti.

Perchè fondamentalmente c'è un sacco di roba che s'accerchia.

Per questo trovo inutile questa modernità che s'appresta così indadeguatamente facile verso quella caccia alle strega che una volta ha un nome e una volta un altro. Che importa il suo nome e la sua faccia, se nel fondamento riesce a generare quella forza ammucchiatrice di odio e disprezzo che s'agita nello sconnesso non ragionare di questo mondo che osservo e mi appare così distante.

Come se abitassi su una galassia parallela e ci fosse una porta astrale da cui sono passata. Solo che era trasparente e mi sono dimenticata le coordinate esatte, perdendo il mio equipaggio e il mio equipaggiamento per un corretto assetto. E senza equicose, mi sento denudata, triste e infelicemente inadeguata.

A questi giorni che si muovono come ombre nel buio. Silenziosi ed invisibili a scardinare quel poco di dignità che resta tra quelli che s'apprestano a piegare quei pochi sogni che restano, nei cassetti del comò. Vorrei rassicurarli perchè è tempo di partire. Tra le linee di quelle danze silenziose che si fanno perchè si Ama.

Un po' come capita a noi.

Che siamo cambiati nella vita che abbiamo fatto, nelle cose che ci sono capitate e nelle parole che ci hanno detto. Come quella volta che sono rimasta fuori ad aspettare P* quasi tutta la notte e sapevo che non sarebbe arrivato ma volevo darmi quel tempo per dire che non l'avrei più fatto.
A pensarci bene non c'era bisogno di farlo. Non c'era bisogno di fare tante cose ma quando sei giovane tendi a sopravvalutare il tuo cuore e pensi che è Amore anche quando non lo è.

Perchè non lo sai, non l'hai incontrato e ogni volta che il tuo cuore batte forte ti sembra che sia quello. Certe cose sono inutili da leggere nei libri e tra le note musicali, tra i colori che ha scelto un pittore per le gote di una donna di cui forse era innamorato o nella parole eterne di una poesia.
Certe cose arrivano silenziose come la neve che cade e la mattina ti svegli ed è tutto bianco. E non vedi l'ora di camminare tra i vialetti e sotto il cielo che gioca con i tuoi occhi.

Certe cose un giorno le trovi. Forse perchè le hai cercate o forse solo perchè sei stato fortunato.
Non lo so ma certe cose, un giorno, finalmente sono là.

Scalza


10 novembre 2008

Circo&Stanze

Dovrei dire tre cose. Una è un verbo, due sono soggetti se presi singolarmente e poi se li metti insieme possono diventare anche un unico soggetto che però non è più singolare ma plurale.
La cosa bella è che il verbo può essere accordato da un soggetto o dall'altro ma anche da tutti e due insieme.
Dovrei ma non ho voglia. Le cose belle & meravigliose è meglio lasciarle canticchiare in sottofondo come quella musica che si mette nei film dove la gente si bacia, fa l'amore, cammina sotto la pioggia, litiga per fare la pace, guarda da una finestra una macchina che passa perchè dentro quella macchina c'è qualcuno che ha gli occhi verdi e un sorriso bellissimo che assomiglia al sole d'estate quando cammini in mezzo al grano e ci sono anche dei fiordalisi ma non c'è nessun contadino perchè sono tutti alla fiera di un paese lontano e quindi nessuno che si arrabbia e tutti sono felici.
Un po' come me.
Scalza

6 novembre 2008

Beh-andomi

Molto probabilmente è giusto comprendere ogni mio possibile spazio in ogni tuo possibile spazio. In quell'intersecarsi che a volte mi sembra una danza, a volte una rincorsa verso una possibilità deliberata per estrazione di un caso che certi chiamano destino.
E ritrovando immagini riflesse in questi spazi interposti, mi affaccio nella dimensione universale di un tempo dove l'eternità si mostra nella levità di un bacio che hai voluto scordare solo per avere ogni volta la possibilità di ricordarlo, vivendo.

E forse è questa tua istintiva praticità che mi conforta.
Semplicemente o no.

Scalza

Ho unito ordini sparsi




Il vero problema è che quando sorpassi quei momenti ragionati, capita che nel momento in cui rallenti, questi tornano e si affiancano lavorandoti a dovere.
Così ripensi al ripensamento che hai avuto nel ripensare che non avresti dovuto averlo e ti annoti su un biglietto depositato nel tuo cervello che dovrai agire facendo questo e quello.

Peccato che poi si intrometta il cuore, la musica, certi guardare e un certo modo di fare che poi, sinceramente mi chiedo dove cavolo è finita quell'acida ironia con cui condivo l'insalata che era nell'orto quando non sapevo che maramao giocava a fare il finto morto.

Che se l'avessi saputo, mica l'avrei usata. Of course.

Scalza

Ripensando a un ripensamento




Resisterò alla tentazione di andare di là a cucinarmi un panino con quei rossissimi pomodorini che mi ha regalato P* solo perchè poi, mi dovrei lavare di nuovo i denti.
Ma saltare la cena non mi fa bene, lo so.
Il mio stomaco si lamenta di tutta quella roba che ci metto dentro solo perchè fa volume e serve a zittirlo.

Un po' come fanno certi uomini quando ti fanno regali e non è la tua festa ma, poco prima di spacchettare quella roba là con quell'intensità del ritrovato stupore, meditavi al metodo da usare per creare del sano ma veramente istruttivo dolore.

Scalza