17 aprile 2009

By me






E' inutile che cerchi tracce di te tra le mie parole, se non sai ancora guardare dentro i miei occhi e capire che scherzo anche quando sono seriamente connessa con la proprietà deduttiva che il mio essere esprime attraverso quella facile ilarità, quasi bambina nella sua immaterialità.
Sarà che mi piace sorridere, senza deridere per rispetto a quella forma di umanità che spesso dimentica che è figlia divina dell'Universo, che si espande senza confini, affine all'amabile proprietà dell'assolutezza [come me], si muove intrinseca senza nessuna enfasi.

Tuttavia.

Mi piacerebbe [per te], più compresa nella forma, intravedere l'essenza di una parzialità vestita di colori differenti, forse semplicemente più veri o complicatamente più interi. Restando connessa con le proprietà deducenti la Verità attraverso i gesti che travalicano facili parole dette per abitutine controversa al comportamento dell'adeguatezza che si cerca nel contesto in cui si pensa di operare.

Eppure.

So bene che per liberarsi basta seguire una farfalla che vola anche se si avvicina il temporale, senza quel timore che tutto svanisca nell'accadimento. Resistendo connessa con la proprietà inducente all'amore fatto e pensato, per procedere nell'avanzamento stabile della mia identità.
Vorrei che anche tu fossi [come me], e l'illusione che m'ha suggerito similitudini protette era solo la voglia di compagnia, sicurezza, ascolto [di te].

Tuttavia, l'eppurazione mi ha detto che così non è.

Scalza