17 aprile 2009

Abbandonevoli alla felicità [facilità]





E' una lotta senza fine.

Questo rincorrere le foglie nel vento che quando ti sembra di averlo raggiunto lui se ne va dall'altra parte e ti sfiora giocando, in quel modo che solo lui sa.
Però quando arrivi a capire che la vita è già cosmica anche quando non lo sai, gli acquazzoni che nella primavera esplodono come se fosse estate non ti sconvolgono tanto, anche se in mezzo al grano quei cerchi che fanno non sono messaggi positivi e universali come quelli che il cicap fa con i rastrelli e la derisione che hanno tutti quelli che non capiscono ma vogliono sapere.

Che il difetto principale è solo quello.

Basterebbe ammettere un po' di ignoranza che è anche salutare agli effetti pratici della vita per poter essere abbastanza liberati dall'influsso di quel sapere che se non sei pronto a far diventare parte di te è come un macigno di pietra che ti stacca in trecentocinquantasette pezzi, che poi ti tocca cercare una colla speciale per trovare di nuovo quell'unità che è fondamentale nell'equilibrio che devi avere per esserci in quell'ora che è sempre più fondamentale di quel prima dove stavi meglio e di quel dopo dove stai sperando di arrivare sapendo già che non ce la farai.

Basterebbe capire che spesso l'illusione è più forte dell'identità.

Ed è questo il vero sbaglio-abbaglio.
Ma io non so niente, io scrivo solo perchè mi piace ascoltare la musica mentre faccio step con la tastiera che poi le mani mi servono per amare, accarezzare il vento e spaccare la faccia quando serve perchè ogni tanto un po' di esercizio fa bene.

Scalza

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