7 febbraio 2011

Parafrasando i termini sparsi mediamente orientati a Sud




Più che lettore sono leggitore. Perchè quello che leggo lo appoggio dentro di me e lascio che lavori per quel q.b. che serve a cucinare l'impasto del mio cervello.
Certe volte ho letto roba acida ed avariata che non m'ha fatto granchè bene. Capita.
Basta non abituarsi alle schifezze che sembra una cosa facile ma non lo è per niente.
Perchè dicono che al peggio non ti abitui ed è meglio abituarsi al meglio ma questa cosa è valida nelle cose materiali forse, o nell'intento che hai. Certamente se viaggio in auto, trovarmi in bicicletta può darmi un certo fastidio nei giorni di pioggia o di super ritardo. Ma nelle cose mentali, in quella falsa abitudine alla cortesia randagia che s'adagia nei sorrisi che incontra per sfuggire alla prima occasione, questo non è vero. Resta semmai un contrario che s'avvera in quello che vedo. Temo che sia per un difetto di buone abitudini ed un eccesso di malevole consuetudini per cui diventa molto più semplice schifezzare che benizzare nell'intorno.
Ma poi arriverà quel giorno delle viole nel prato, quelle che nonna G. raccoglieva per seccarle e fare i decotti nella cattiva stagione contro il mal di gola. Adesso non si può perchè si vende roba più efficace e poi c'è l'estinzione. Delle viole e delle brave persone.

Scalza

1 commento:

laurin42 ha detto...

E' vero, si sente più schifezzare che benezizzare.
Credo che sia una questione di disimpegno e di pigrizia a pensare.
Ma così continuo a schifezzare...
Prendiamoci l'impegno a far notare solo le cose buone...
E ce ne sono tante, dipende dal tuo punto di vista..
Love Laura