11 giugno 2009

Proiettati nell'ortogonalità

Quando R* mi guarda mentre scrivo sul blog, gli spaccherei la faccia.
Lo so che sa e che so che sa.

Solo che di tutto questo sapere, alla fine, non so che farmene.
Mi piacerebbe in un certo modo, non sapere più niente per potermi muovere più distintamente attraverso una direzione stabile. Guardare la TV quando torno a casa e portare un paio di ciabatte mentre strascico i piedi verso il frigo che qualcuno ha riempito di cose buone e svuotato di cose non buone, in quell'ordine sparpagliato che mi spaventa perchè non trovo le cose se le conservano in una logica che non mi appartiene. Sarei diversa, se lo capissi. E non mi piacerebbe andare a piedi scalzi, sculettando verso il frigo per selezionare qualcosa un po' alcolico con cui dimensionare certe appartenenze e resistere più lungamente alla frequenza duale con cui cerco di assistermi in questo bisogno di amore che c'è.

Scalza

2 commenti:

macchiagrigia ha detto...

mi sa che hai pe run attimo smarrito a tua centralità o comunque nn sai esatamente in quale direzione andare...
ma non preoccuparti fra poco tuto sarà in ordine, o quanto meno nell'ordine necessario per ritrovare e ritrovarsi.
:*

scalzasempre ha detto...

il disordine a volte è magico.