9 maggio 2008

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Energizzare gli intenti verso una proprietà certa di un raggiungimento visto come meta, sospirato come rilancio, atteso come cambiamento, è cosa ha contraddistinto il mio fare, dire, baciare, essere.

E poi ho pensato che non ci sono più i geni.


Quelli che inventavano le cose sbagliate che potevano anche essere giuste. Quelli che scoprivano l'acqua calda o la forchetta. Quelli che sognavano mentre alambiccavano. O forse come mi hanno detto, tante volte, gli uomini sono sempre stati vestiti di quella pochezza che ora mi sembra di cogliere un po' ovunque.


E poi ho pensato che forse sono un extra-terrestre.


Solo che nessuno me l'ha mai detto anche se quando ero piccola, D. diceva sempre che io arrivavo dalla Luna. E io guardavo Spazio 1999 con mio padre e pensavo che forse ero la figlia di Maya. Così cercavo di diventare una tigre quando qualcuno insultava qualcun altro. Cosi cercavo di diventare una formica quando volevo diventare invisibile e farmi i fatti miei.


E poi ho pensato che forse alla fine ho imparato.


Che la Vita è solo quello che vuoi tu. Che non importa se ti danno credito o ti hanno detto che sei pieno di debiti perchè li hai contratti in un tempo che non conoscevi il non-valore delle cose che desideravi. Ti hanno ingannato perchè eri fragile, delicato, piccolo. Appartenente ancora al Tempo della Verità.


E poi, non ho pensato più.


Ho guardato il Cielo mentre camminavo tra i miei Alberi. Che protesi verso la Terra, Amano. E sognano con me. Sempre.


Scalza

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