24 marzo 2011

You Give Me Something




Riflettendo penso che domani scriverò qualche parola sull'inutile, come faccio quasi sempre.

Perchè spesso mi sono lasciata convincere che avrei dovuto conquistare la fiducia di qualcuno, ad esempio di P. o di M., come se da questo punto potesse dipendere una mia certa felicità di poter essere me stessa. Ricordo ancora quell'enfasi con cui P. scatenava il disappunto di trovarmi qua e là, di ascoltarmi, di dovermi sopportare. Mi sono lasciata convincere, come se fosse un patto che avevo fatto per avere in cambio qualcosa che però ancora ora non mi è molto chiaro cos'è. Ho un po' timore che si trattasse della semplice considerazione amichevole. E' triste, spero di no.
In tutto questo c'è stato chi ha capito e chi no. Ormai non è più importante, questo lo so.

Si perdona perchè ci si è perdonati. L'ho già imparato tante volte.

L'unico disappunto è che spesso mi piacerebbe essere + chiara ed invece ho imparato a tergiversare e sviare l'attenzione per restare in quell'invisibilità che mi aiuta a vivere meglio.
Sarà perchè mi piace ballare, cantare mentre guido, guardare i riflessi che fanno certe parole nell'espressione di certi visi, esercitare un certo potere amorevole e frequentare chi stima e ama quella persona che sono, esattamente così com'è.

E' forse la ricerca di quella felicità che sento quando i fiori di quegli alberi che ormai conosco, diventano rosa e mi piace odorare il tramonto che mi lascia quell'intimo desiderio di volare ancora vivo nei sogni che faccio. Ad occhi aperti e no.

Scalza

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