17 novembre 2009

Quandalizzando dovunquamente




Stamattina ci siamo svegliati presto per ripassare gli avverbi di tempo.
Mentre il gatto faceva mYao e il CLB avverbalizzava, io volevo quasi dirgli che il tempo non esiste e quindi tutta quella fatica era (essendo) abbastanza inutile. Però poi ho pensato che le maestre mi avrebbero sgridato e quindi sono stata zittamente zitta che è peggio che stare zitti.
Glielo dirò tra un po' di tempo, quando chi insegna si svincolerà dal pensare che è tutta colpa mia se lui dice stranilità e altrizzazioni perchè liberato dal vincolo della temporalità spaziale.
Del resto, ci ho pensato bene, se lui è venuto da me un perchè ci sarà.
Perchè sono i figli che scelgono i genitori, dal momento che quando lo fanno sono ancora in grado di vedere tutto ed invece quando vieni qui, non vedi più tantissimo.
Al massimo hai una bella spinta ormonale, se ti va bene è anche un po' emozionale e se ti va benissimo è talmente forte da portarti vicino alla porta di un amare.
Poi, se le vuoi aprire o chiudere, sono fatti tuoi.
Fatto sta che il tempo non esiste quindi che lo fai prima o lo fai dopo è praticamente lo stesso.


Scalza

2 commenti:

sblogged ha detto...

La porta dell'amare per me è una di quelle tipo ingresso di un saloon, non so se hai presente. Se la spinta iniziale non è fortissima superi pure la soglia teorica dell'ingresso, ma poi la porta ti ributta fuori. Ma poi può essere pure il contrario e cioè che quando sei dentro e staresti quasi per uscire è la porta stessa che può aiutarti e rispingerti dentro. E' strana quella porta.

scalzasempre ha detto...

detta cosi è una roba terribile!!!
per fortuna ti conosco bene, che cavolo. Vuoi mettermi fifa per caso?
sono una cow girl dal grilletto facile :-p