25 maggio 2011

Cosa dire - a chi - perchè (Tate Tanka)




Ci sono tre cose che dovrei sempre tenere in considerazione mentre mi relaziono nei colloqui sparsi ma anche con me stessa, quando dialogo per riprendermi una certa considerazione soggettiva che, si sa, fa sempre bene perchè ti evita rimbambimenti sociali.

Ad esempio non parlo mai di energia con R. perchè tanto ci capisce un cavolo tranne quando voglio depistare l'attenzione su altri fatti che lui vorrebbe sapere ma io non gli voglio dire e per stroncarlo nella bassa attenzione di cui è corredato, lo fulmino con un dire che so e che lui non sa.

Ma poi chi se ne frega, il punto è questo.

Fatto sta che il chi e cosa sono più importanti del perchè, bisogna capirlo subito. Perchè le cose che tu dici non sempre vengono ascoltate. Ad esempio il CLB mi ascolta nei primi dieci secondi quindi cerco di concentrare tutto l'essenziale in frasi zen e concise. Ma ci sono quelli che ascoltano soprattutto quando sei deconcentrato oppure rilassato. E quello che hanno ascoltato, perchè PRIMA DI TUTTO L'HAI DETTO, non si sa se lo lasciano là o lo portano altrove.

Anche il vento lo fa. Racconta le storie che incontra. Profumi, fieno tagliato, carne alla brace, rose selvatiche e qualche parola di troppo. Il vento è mio padre, queste cose me le ha insegnate subito.

In ogni caso anche se me le hanno insegnate qualche volta le dimentico e mi faccio fregare dal contrattempo che mi deruba di tempistiche preziose per il mio benessere. L'importante è capirlo, anche dopo, mi aiuta a rinsaldare le sane abitudini che alcune pratiche mi hanno inquinato.

S. dice che siamo come tante galline in un pollaio ma io ho conosciuto tanti polli, di galline solo zampe attorno agli occhi e cervelli poco usati. Compresi i miei, ovvio.
Del resto se S. avesse ragione si chiamerebbe gallinaio e benchè se ne dica, il lessico ha sempre una sua ragionevole osservazione sul reale molto di più di quello che spesso fa la colloquiale conoscenza impratichita solo dagli usi e abusi che ti fanno sembrare le cose normali anche quando normali non lo sono per niente.

Ci pensavo mentre ho finito una relazione per U.T.

Scalza

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