Riflettendo penso che domani scriverò qualche parola sull'inutile, come faccio quasi sempre.
Perchè spesso mi sono lasciata convincere che avrei dovuto conquistare la fiducia di qualcuno, ad esempio di P. o di M., come se da questo punto potesse dipendere una mia certa felicità di poter essere me stessa. Ricordo ancora quell'enfasi con cui P. scatenava il disappunto di trovarmi qua e là, di ascoltarmi, di dovermi sopportare. Mi sono lasciata convincere, come se fosse un patto che avevo fatto per avere in cambio qualcosa che però ancora ora non mi è molto chiaro cos'è. Ho un po' timore che si trattasse della semplice considerazione amichevole. E' triste, spero di no.
In tutto questo c'è stato chi ha capito e chi no. Ormai non è più importante, questo lo so.
Si perdona perchè ci si è perdonati. L'ho già imparato tante volte.
L'unico disappunto è che spesso mi piacerebbe essere + chiara ed invece ho imparato a tergiversare e sviare l'attenzione per restare in quell'invisibilità che mi aiuta a vivere meglio.
Sarà perchè mi piace ballare, cantare mentre guido, guardare i riflessi che fanno certe parole nell'espressione di certi visi, esercitare un certo potere amorevole e frequentare chi stima e ama quella persona che sono, esattamente così com'è.
E' forse la ricerca di quella felicità che sento quando i fiori di quegli alberi che ormai conosco, diventano rosa e mi piace odorare il tramonto che mi lascia quell'intimo desiderio di volare ancora vivo nei sogni che faccio. Ad occhi aperti e no.
Scalza
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