31 ottobre 2011

Probabilmente lo farò



Mi piace pensare che poi un giorno, non troppo lontano, la verità sarà mia, tua, di chi la vuole. Perchè quelli che non la vogliono, molto probabilmente faranno finta di niente.
Per questo vorrei puntualizzare alcune cose ma senza musica di sottofondo che se per caso mi piace, mi fa venire voglia di quel "to move" che poi allenta la loquacità e certe volte è anche meglio. Altre no.
Poi se qualcuno la mette al posto tuo, sapendo quello che ti fa, sei disarmato e quindi va bene così.
Tuttavia ho deciso che nonostante questo, probabilmente lo farò, forse non direttamente perchè ho dei vincoli tecnici ma anche se indiretta sarò con una buona probabilità attitente alla temporalità che vivo.
Perchè ogni tanto ci va. L'attinenza pratica di una buona facente probabilità.

Scalza

25 ottobre 2011

Immemori Lievità Y

Non bisogna pensare che il tempo è passato perchè è sempre là dentro di te.
Nessuno ti ha rubato niente, tutto è rimasto. Devi solo usarlo, con quella voglia che trattenuta resta soffocata dentro di te. Quella stessa voglia di lasciarsi andare a quegli abbracci puri come sorrisi di angeli che ti sfiorano mentre l'aria è più lieve perchè ormai è già sera, le macchine non passano più, in queste strade sterrate dove ti fermi a riflettere.
Perchè tutto torna quando sei già andato, già partito, già stanco di quel cercare che niente più si cerca perchè alla fine lo capisci perchè non lo trovavi più. Era già tutto dentro di te.
Come quando ho girato giorni interi per ritrovare quel biglietto che M. mi aveva scritto e che parlava di me, di come ero, di quello che facevo. E poi un giorno tra fazzoletti piegati e stirati che non uso più, con quell'odore di lavanda che mi regala sempre D. a fine estate, l'ho trovato. Ero io, quella che ero, quella che sono ancora. Con quella proprietà personale di esistere che ho, nella felicità di ritrovarmi negli abbracci puri dal sapore che non scolorirà mai perchè "la bellezza e la bontà non le sconfigge il tempo". Me l'ha scritto D.G. dietro una fotografia. Ci sono io in mezzo a delle rose, vicino a L. con un cappello bianco. Era bella L.
come tutti quelli che sanno sorridere, toccare la felicità, mangiarsela tutta.
La maggior parte delle persone la guarda e dice che non ci arriva perchè ha paura di stare bene, di sentirsi troppo diversa in un mondo che crolla nel vuoto che c'è.
Allora tu, guarda in quell'aria lieve quando ormai è già sera, lasciala andare quella malinconia che ti dice che non sei più quella che sei, che non hai più quello che hai. Guarda chi è vicino a te e abbraccialo come quando non t'importava di pensare a quello che sarebbe stato dopo. Vivi quello che sei, sempre. Sempre di più.

Scalza

4 ottobre 2011

Irrisorie e mal procurate offuscabilità

 [Ci sono due fatti che mi fanno riflettere sempre abbastanza, prima di tutto non voglio diventare immortale perchè nella stessa pelle è difficile assaggiare gusti diversi, secondo di tutto non voglio che qualcuno muoia per me davvero. A parole si, ma si sa che le parole hanno un valore imitato e ipotetico e spesso condito di molta suggerita superficialità. Il che è un fatto positivo che le rende praticabili nell'uso comune della comunicabilità].

Tu pensi di essere buono perchè hai dato la caramella a un diabetico, poi magari questo è morto. L'importante infatti non è essere buono ma capire se davvero lo sei.
L'essenziale è capire che l'altro è diverso da te e diverso ci vuole restare perchè ne ha bisogno lui o chi è vicino a lui e forse è innamorato di quella diversità che dovrebbe restare fino a quando lo desidera o può.
Tuttavia questo è un fatto teorico che mal si appresta a diventare realtà dove spesso un cattivo che avidamente si tiene tutto per sè, non rischia di avvelenare un diabetico che morirà grazie a un buono che non ha imparato a farsi i cavoli suoi.

Scalza




3 ottobre 2011

E' ancora ma vorrei che fosse quasi, Estate



Mi ricordo gli LP che si graffiavano e saltavi delle intere strofe, un po' ti arrabbiavi un po' ci eri abituato. Tollerante verso quell'imperfetto che si dimensionava appassionato per distrarti dalle ambizioni spicciole di volere inconsistenze e poi, me lo ricordo, bastava poco.
Una chiacchierata vera all'ombra di quel basso inquinamento luminoso che ancora ci permetteva di scorgere costellazioni e stelle che oggi sembrano sparite. Nell'aspetto compensativo che fa apparire pianeti sconosciuti o rivelati, riapparsi per disdetta o appuntamenti che non mancheranno di stupirci.
Come quando uscivo e incontravo casualmente D. che poi mi raccontava cose vere, capitate e sentite fino dentro al cuore. Quando forse ancora aveva una posizione lateralizzata a sinistra e quindi più protetta dalla centralità di colpi che arrivano e sforano di qua e di là, ammazzandoci tutti un po'.
Adesso mi restano parole, vuoti a perdere, inquinamenti luminosi che creano oscurità persistenti che vorrebbero far dimenticare sogni e spazi aperti, più profondi. Come quei baci che si danno solo per donare e non per legare in istinti troppo fragili di solitudini e vacuità. Meglio passeggiare sotto questi cieli di blu metallici che protraggono estati fatte e sfatte.
Non mi resta che parlare al vento, a quei pochi che ancora (come me) hanno voglia di ascoltare.
Chiacchierate all'ombra di luci soffuse, dimentichi di frivolezze passate che ti hanno stretto tra braccia e parole lievi dette nella voglia di sognare (ancora) pensando che forse è già (quasi) ora dell'Amore.

Scalza